Cosa facciamo

Adozioni a distanza
Educazione
Corsi di formazione professionale e opportunità di lavoro
Sostegno a orfani e bambini vulnerabii
Sostegno famiglie povere
Case accoglienza
Case-alloggio per disabili
Oratori

Brasile

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Comunità di Mata Escura e Calabetão (Salvador de Bahia)

Dove operano tre Suore Missionarie di Gesù Redentore (suor Claudia Strada, suor Raffaella Corvino e suor Adele Pezone), soprattutto nell'impegno di accoglienza e di recupero dei "meninos de rua" (i bambini e i ragazzi di strada abbandonati), attraverso il "Centro do menor João Paulo II - Artesão da paz", gli asili e le scuole (realtà raccolte nell'associazione ACOPAMEC) nelle varie 'favelas' e la pastorale carceraria.

ACOPAMEC

"Comunità Emmaus" di Recife (Pernambuco)

Fondata nell'agosto '96 dall'Abbè Pierre e dal 'vescovo dei poveri', dom Hélder Câmara, allo scopo di 'servire per primo il più sofferente' è affidata alla responsabilità di Luis Tenderini, che da una speranza di vita e di lavoro ad una trentina di "trapeiros" (cenciaioli) attraverso la raccolta e il riciclaggio di materiale usato.

EMMAUS

Missione di Poxoréu (Mato Grosso)

Del salesiano Padre Pedro Melesi e della sorella suor Angela, recentemente scomparsa, in particolare l'"Hospital e Maternidade São João Batista", aperto a tutti, soprattutto ai più poveri e agli 'indios', la "Casa Lar Laura Vicuña" per l'accoglienza di bambini abbandonati e senza famiglia e il progetto di adozione a distanza

HMSJB

"Pastoral do menor" di Alagoinhas (Bahia)

Una cittadina all'interno dello stato della Bahia, dove opera Antonio Nozza, bergamasco doc, in Brasile da più di 30 anni, attualmente responsabile di una casa-famiglia che accoglie bambine e bambini in stato di abbandono o di grave disagio familiare e sociale

Pastoral do Menor de Alagoinhas

Progetti seguiti in passato

Associazione "A força da partilha abraça a causa indigena" di Recife (Pernambuco)

Nata nel 2006 su iniziativa di Carlo Sarti e in stretto contatto con la nostra Associazione, per sostenere alcune iniziative di salvaguardia e di sviluppo di due povere tribù di "indios" del Pernambuco, i Fulni-ô e gli Xucurù.

"Fondazione Franco Gilberti" (Salvador de Bahia)

Presente con il Centro di accoglienza dei "meninos de rua" in città e la Fazenda "A partilha" all'interno della Bahia.

Fundação Franco Gilberti

Italia

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L'associazione ha sempre sostenuto realtà locali come la Casa alloggio per disabili "IL GRANAIO" di Paderno d'Adda (LC)

Kenya

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Progetto Sololo

Nord del Kenya, sul confine etiope

Il Progetto si prefigge di migliorare la condizione di vita dei minori orfani e/o svantaggiati (vulnerables) di Sololo, della tribù Borana, in particolare di quelli con genitori deceduti per HIV/AIDS.

Vuole garantire il soddisfacimento dei bisogni fondamentali (nutrimento, cure mediche, educazione primaria) dei minori orfani e svantaggiati di Sololo, mantenendoli all'interno della "famiglia nativa" o, in mancanza, all'interno della "famiglia allargata" dei parenti. Prevede il costante monitoraggio della crescita fisica e psichica del bambino e fornisce, in caso di necessità, accoglienza (inizialmente prevista per non oltre 20 bambini) in una "famiglia artificiale" all'interno dell'Obbijtu Children Home, un villaggio aperto ed integrato nella comunità e cultura locale.

Sololo

Obiettivo primario è quello di occuparsi della cura dei bambini sul territorio al fine di mantenerli il più possibile all'interno del proprio contesto sociale e naturale.

    Pertanto il "Progetto Sololo" si articola su due i livelli di intervento:
  1. Cura e assistenza di un numero quanto più elevato possibile di bambini orfani e/o vulnerabili di età compresa tra 0 e 12 anni, mantenendoli all'interno delle loro famiglie, o delle famiglie allargate o comunque affidatarie (ad oggi sono circa 300 bambini in 110 famiglie).
  2. Realizzazione e gestione di un "villaggio-quartiere" (Obbijtu Children Home), del tutto simile agli altri diciannove che costituiscono l'attuale città di Sololo, per l'accoglienza di un limitato numero di bambini per i quali l'assistenza domiciliare si sia dimostrata impossibile SOLO IN POCHI CASI ESTREMI, nei quali risulta impossibile lo sviluppo del bambino nell'ambito famigliare, sarà offerta l'accoglienza – residenziale o solo diurna - all'interno del villaggio Obbijtu Children Home ove è prevista comunque una famiglia, seppur artificiale.

Il Villaggio, come da tradizione Borana, prevede il padre del villaggio e due case-famiglia per l'accoglienza. La casa-famiglia è gestita da una madre Borana alla quale vengono affidati fino a dieci bambini da accudire.

    Il Villaggio-Quartiere Obbijtu Children Home, supporta le seguenti funzioni:
  • Centro risorse per i problemi dei bambini nell'area di Sololo.
  • Ganglio gestionale del progetto.
  • Ospitalità diurna per bambini inseriti nel progetto.
  • Ospitalità per bambini in assoluto stato di abbandono morale e materiale, di cui non sia possibile l'inserimento in famiglia tradizionale.

Il Villaggio Quartiere,è stato realizzato in modo da garantire continuità ed aderenza agli usi e costumi dei Borana ed è stato costruito in modo sia di migliorare la resistenza-durata delle opere che offrire migliori condizioni igieniche di vita rispetto alle costruzioni tradizionali,. E' condizione essenziale del "Progetto Sololo" che le attività di costruzione, l'arredamento ed ogni attività gestionale debbano prioritariamente favorire la popolazione residente, sia come attività d'impresa che di lavoro individuale.